Infrastrutture e connettività 5G - rischio ed opportunità

15.11.25 14:54 - Comment(s) - By Massimo Ciprandi

Infrastrutture digitali e competitività: cosa ha detto Pietro Labriola (CEO di TIM) sul vero gap dell’Italia

Il tema delle infrastrutture digitali è tornato centrale per la competitività delle imprese italiane. In un mercato europeo dove la trasformazione digitale procede rapidamente eventuali ritardi possono rallentare innovazione, produttività e accesso alle tecnologie emergenti.
Per approfondire il tema abbiamo chiesto un commento a Pietro Labriola, CEO di TIM, ponendo una domanda diretta: l’Italia ha dei gap infrastrutturali tali da danneggiare la piccola e media impresa?
La sua risposta è stata chiara: il punto critico oggi è la copertura 5G ancora incompleta su tutto il territorio nazionale. 
Ed è proprio questa lacuna a rappresentare un potenziale ostacolo per alcune delle tecnologie che definiranno il futuro della mobilità e dell’industria.

Il ruolo del 5G: molto più di connessione veloce
La copertura 5G non è soltanto una questione di velocità di navigazione. È una tecnologia abilitante per servizi e applicazioni che richiedono:
  • latenza bassissima
  • capacità di gestire milioni di dispositivi connessi
  • stabilità e continuità di rete
  • scambio istantaneo di grandi quantità di dati

Secondo Pietro Labriola, proprio questa infrastruttura sarà decisiva per la circolazione e la gestione dei veicoli a guida autonoma, che dipendono da comunicazioni in tempo reale tra veicoli, infrastrutture e sistemi di controllo.
Senza una copertura 5G completa e omogenea:
  • i sistemi di guida autonoma rischiano di non funzionare in modo continuo sul territorio
  • le applicazioni IoT avanzate possono perdere efficacia
  • le pmi potrebbero non riuscire a integrare soluzioni intelligenti nei propri processi

Il rischio non è solo tecnologico, ma competitivo: chi rimane indietro perde flessibilità, automazione e capacità di scalare.
Un’Italia a due velocità?
Il problema non è la mancanza di infrastrutture in senso assoluto: molte aree urbane sono già ben coperte.
La criticità è la disomogeneità. Alcune zone industriali, distretti produttivi e aree rurali – dove si concentra una parte importante della manifattura italiana – non dispongono ancora di una rete stabile ad altissime prestazioni.

Per Labriola, questo gap non è irrimediabile ma dev’essere colmato rapidamente per evitare che l’Italia si trovi nel giro di pochi anni con una mobilità intelligente a metà e un tessuto produttivo che procede a velocità differenti.

Il ruolo delle PMI: non solo utenti, ma acceleratori dello sviluppo
Un passaggio importante del commento di Labriola riguarda il ruolo della piccola e media impresa.
Secondo il CEO di TIM le PMI possono essere un fattore di spinta non soltanto beneficiarie passive delle infrastrutture.
Come?
Accelerando la domanda di soluzioni digitali.
Introducendo processi basati su IoT, automazione, sensori e robotica collaborativa.
Sperimentando modelli di logistica avanzata e piattaforme di condivisione dati.
Partecipando a progetti territoriali che aggregano più aziende per rendere sostenibili gli investimenti infrastrutturali.
Quando un territorio produce domanda tecnologica, gli investimenti nelle reti arrivano più velocemente.
In altre parole, la digitalizzazione delle PMI non deve aspettare la rete perfetta: deve contribuire a crearla.
Una questione di competitività nazionale

Il messaggio di Labriola è lineare: il Paese ha fatto progressi, ma non può accontentarsi.
La concorrenza europea si muove rapidamente e alcune nazioni stanno già integrando il 5G in:
  • reti logistiche automatizzate
  • sistemi di produzione avanzata
  • smart mobility
  • servizi pubblici digitali
  • gestione dei servizi critici e delle emergenze

Mentre l’Italia vanta eccellenze industriali e manifatturiere, la piena integrazione tecnologica richiede un’infrastruttura che sia non solo performante ma capillarmente distribuita.

Conclusione
L’Italia non soffre di un gap insormontabile ma di un nodo strategico ancora da sciogliere: una copertura 5G completa e omogenea.
Le parole di Pietro Labriola evidenziano come questo nodo non sia un tecnicismo, ma un elemento decisivo per la mobilità del futuro, per la competitività delle PMI e per l’intero ecosistema produttivo italiano.
È un terreno di gioco dove istituzioni, imprese, operatori e distretti industriali devono muoversi insieme.
Accelerare ora significa evitare che le tecnologie più avanzate trovino un Paese non ancora pronto a sfruttarle pienamente.
Massimo Ciprandi

Massimo Ciprandi

CEO Aegis Intermedia
Share -