Cos'è il cyber risk, cosa copre la polizza e come funziona la protezione cyber
La polizza Cyber Risk è una copertura assicurativa pensata per proteggere aziende, professionisti e in alcuni casi anche privati, dai danni economici e dalle responsabilità legate ad attacchi informatici o incidenti digitali.
Non tutte le polizze sono uguali, ma in generale coprono quattro grandi aree:
1. Danni diretti all’assicurato
Costi di ripristino dei sistemi informatici, dei dati e dei programmi dopo un attacco (virus, ransomware, malware, attacchi hacker).
Spese per indagini forensi informatiche (capire cosa è successo e come).
Costi di notifica agli interessati in caso di violazione di dati personali (obbligo previsto dal GDPR).
Spese legate a estorsioni informatiche (ransomware), compreso – in alcune polizze – il pagamento del riscatto o i costi di negoziazione.
Interruzione di attività (business interruption): perdita di profitto dovuta al blocco dei sistemi.
2. Responsabilità verso terzi
Risarcimenti a clienti, partner o fornitori per la diffusione non autorizzata di dati sensibili.
Violazioni della privacy (furto di dati personali).
Trasmissione involontaria di malware o virus a terzi.
Responsabilità per contenuti diffamatori, violazioni di copyright o marchi online.
3. Tutela legale e sanzioni
Spese legali per difendersi da reclami e richieste di risarcimento.
In alcune polizze: copertura (entro certi limiti) delle multe e sanzioni amministrative derivanti da violazioni di normative come il GDPR.
4. Servizi accessori
Molte compagnie affiancano alla copertura vera e propria un supporto operativo:
Centrale di risposta agli incidenti attiva 24/7.
Assistenza legale specializzata in cybercrime.
Consulenza per la gestione della crisi reputazionale (es. ufficio stampa, PR).
In sintesi: la polizza cyber non copre solo il “danno tecnico” ai computer, ma tutto l’impatto economico, legale e reputazionale che un attacco informatico può generare.
Perfetto, entriamo nella parte “dietro le quinte” delle polizze cyber: dove spesso si gioca la vera differenza tra una copertura solida e una piena di buchi.
Clausole ed esclusioni tipiche (a cui fare molta attenzione)
Atti dolosi o colpa grave dell’assicurato
Se il titolare o i dirigenti hanno deliberatamente favorito l’attacco, niente indennizzo.
A volte anche una “negligenza grave” (es. password lasciate su un post-it) può ridurre la copertura.
Aggiornamenti e manutenzione
Molte polizze prevedono che l’azienda mantenga un livello minimo di sicurezza: antivirus aggiornato, firewall attivo, backup regolari. Se questi mancano, il sinistro può essere respinto.
Eventi già noti o preesistenti
Se l’attacco era già in corso o se c’erano falle conosciute e non risolte, la compagnia può rifiutarsi di pagare.
Guerre e terrorismo informatico
Attacchi attribuiti a governi o considerati “atti di guerra” non sono quasi mai coperti. Alcune compagnie stanno introducendo clausole ad hoc su questo punto, molto dibattuto.
Riscatti e pagamenti a criminali
Alcune polizze coprono i costi di negoziazione, ma non rimborsano il pagamento effettivo del riscatto (o lo rimborsano entro certi limiti e solo se autorizzato).
Danni materiali
Se un attacco danneggia hardware fisico (es. brucia i server), spesso non è coperto, a meno che ci sia un’estensione specifica.
Sanzioni amministrative
Alcune polizze includono copertura per le multe GDPR, altre le escludono o le limitano a spese legali di difesa.
Estensioni e opzioni aggiuntive (che possono fare la differenza)
Copertura del social engineering
Truffe via email in cui un dipendente, ingannato, effettua un bonifico su un conto sbagliato. Non sempre è inclusa, ma oggi è fondamentale.
Cyber crime / Frodi finanziarie
Estensione che copre furti diretti di denaro tramite hacking di sistemi di pagamento.
Copertura dei dipendenti in smart working
Include incidenti causati da device personali o connessioni domestiche non sicure.
Estensione territoriale
Alcune polizze limitano la copertura al territorio nazionale, altre coprono eventi a livello globale.
Reputational harm
Copertura specifica per perdita di valore del marchio, calo della clientela e spese per ricostruire l’immagine.
Terze parti critiche
Estensione per coprire danni subiti a causa di fornitori IT o cloud provider compromessi (tema caldissimo: pensiamo ai grandi blackout di servizi SaaS).
In pratica, leggere le condizioni di una polizza cyber è come cercare trappole in un dungeon: le esclusioni sono piccole mine che possono annullare la protezione se non ci si fa attenzione.
Immagina questa scena da film un po’ meno divertente:
Una media azienda di servizi viene colpita da un ransomware. Un dipendente apre un’email che sembra provenire da un cliente storico, clicca su un allegato e… zac! Tutti i server vengono criptati. Sullo schermo appare la classica richiesta: “Paga in Bitcoin entro 72 ore o i tuoi dati spariscono per sempre”.
Ecco come interviene la polizza cyber:
1. Attivazione immediata del response team
L’azienda chiama il numero di emergenza h24 della compagnia. Viene messa in contatto con esperti di sicurezza informatica che isolano la rete, bloccano la propagazione del virus e cercano di recuperare i dati senza pagare il riscatto.
2. Copertura dei costi tecnici
Le spese degli informatici specializzati, i software di recupero e la reinstallazione dei sistemi vengono rimborsati.
3. Gestione dell’interruzione attività
Il fermo dei server comporta due giorni di blocco dei servizi: niente contratti elaborati, niente fatturazioni. La polizza indennizza la perdita di utile che l’azienda subisce in quel periodo.
4. Responsabilità verso terzi
Si scopre che alcuni dati sensibili di clienti (codici fiscali, numeri di telefono, IBAN) sono stati esfiltrati. La polizza copre i costi di notifica obbligatoria ai clienti (prevista dal GDPR) e le spese legali se qualcuno fa causa all’azienda per la fuga di dati.
5. Reputazione
Per limitare i danni di immagine, la compagnia mette a disposizione consulenti di comunicazione che aiutano a gestire i comunicati stampa e la fiducia dei clienti.
In breve: senza copertura l’azienda rischierebbe di pagare centinaia di migliaia di euro tra spese tecniche, perdita di fatturato, cause legali e danni d’immagine. Con la polizza, gran parte di quei costi viene assorbita.
In sostanza la soluzione migliore è quella di analizzare con attenzione insieme a un professionista la propria attività per individuare le problematiche nascoste sia nell’attività diretta che nelle sinergie con altri partner o fornitori.
Molte società, come la nostra, offrono gratuitamente dei test per la valutazione dei rischi cyber, delle possibili conseguenze in termini economici e reputazionali e dell’evoluzione del rischio in relazione al andamento del business.