Cosa succede in caso di incidente o morte sul lavoro
Sentiamo parlare di incidenti o addirittura morti sul lavoro ma cosa succede davvero quando capita un incidente in azienda?
Quando un operaio muore sul lavoro in Italia, si apre una procedura ben definita che coinvolge vari soggetti e che mira sia ad accertare le responsabilità sia a garantire tutela ai familiari.
Vediamo passo per passo cosa succede:
1. Al momento dell’incidente
•Soccorso e segnalazione: se l’infortunio è grave o mortale, i presenti chiamano subito il 118.
•Blocco delle attività: l’area dell’incidente viene messa in sicurezza e preservata per i rilievi.
•Autorità competenti: vengono avvisati
- Carabinieri o Polizia.
- Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL).
- Azienda Sanitaria Locale (ASL), in particolare lo SPISAL o equivalente servizio di prevenzione e sicurezza.
- INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), che gestisce la parte assicurativa.
2. Si svolgono i primi accertamenti
•Sopralluogo: l’ASL e l’Ispettorato del Lavoro effettuano rilievi tecnici sul luogo per capire dinamica e cause.
•Indagini penali: la Procura della Repubblica apre un fascicolo per omicidio colposo e spesso ordina l’autopsia.
•Raccolta prove: vengono ascoltati testimoni, acquisiti documenti aziendali (piani di sicurezza, DVR, formazione, DPI, manutenzioni, turni di lavoro, ecc.).
•Responsabilità: si verifica se sono stati rispettati gli obblighi di sicurezza previsti dal D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza sul Lavoro).
3. Chi viene coinvolto?
La catena delle responsabilità può comprendere:
•Datore di lavoro: principale garante della sicurezza.
•Dirigenti / preposti: se avevano compiti di vigilanza.
•RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) e consulenti tecnici.
•Lavoratori: in casi rari, se hanno violato gravemente norme di sicurezza.
4. Cosa viene valutato?
•Si verifica se l’incidente era prevedibile ed evitabile.
•Si accerta se le misure di prevenzione erano adeguate.
•Il giudice valuta le responsabilità penali (reclusione, sanzioni) e civili (risarcimenti).
5. I risarcimenti previsti dalla legge
Ci sono più livelli di indennizzo:
a) INAIL
•Eroga un assegno ai superstiti (pensione di reversibilità per coniuge e figli a carico).
•Copre le spese funerarie.
•Può liquidare una rendita vitalizia ai familiari aventi diritto.
b) Risarcimento civile
•Se il datore di lavoro è ritenuto responsabile, i familiari possono chiedere un risarcimento danni (patrimoniale e morale) in sede civile o penale.
•Può coprire il danno da perdita parentale, mancato reddito futuro, sofferenza morale.
c) Altri strumenti
•Eventuali coperture assicurative aziendali integrative.
•Fondo vittime gravi infortuni sul lavoro (in casi specifici).
Facciamo un esempio pratico per vedere nel particolare cosa potrebbe accadere e chi sarebbe coinvolto.
Un operaio edile cade da un ponteggio
1. L’incidente
Un operaio edile cade da un ponteggio mentre lavora a un piano rialzato. Non indossava l’imbracatura perché non gli era stata fornita. Muore sul colpo.
2. Interventi immediati
•I colleghi chiamano il 118, che constata il decesso.
•Arrivano Carabinieri e SPISAL (ASL) per i rilievi.
•Il cantiere viene sequestrato dalla Procura.
3. Accertamenti
•SPISAL controlla se il ponteggio era montato secondo norma, se c’erano parapetti e DPI (dispositivi di protezione individuale).
•L’Ispettorato del Lavoro acquisisce il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) dell’azienda.
•La Procura apre un’inchiesta per omicidio colposo con violazione delle norme antinfortunistiche.
•Viene disposta autopsia per confermare le cause della morte.
•Si raccolgono testimonianze dei colleghi.
4. Responsabilità
•Il datore di lavoro è responsabile perché non ha fornito le imbracature e non ha vigilato.
•Il capocantiere (preposto) potrebbe essere corresponsabile per non aver fatto rispettare le misure di sicurezza.
•L’operaio non ha colpe, perché non poteva proteggersi senza DPI.
5. Procedimenti
•Penale: il datore di lavoro (e il preposto) rischiano una condanna per omicidio colposo.
•Amministrativo: l’ASL può comminare sanzioni per violazioni del D.Lgs. 81/2008.
•Civile: i familiari citano l’azienda per danni patrimoniali e morali.
6. Risarcimenti
•INAIL:
- Riconosce la rendita ai familiari (coniuge, figli minori o studenti).
- Paga le spese funerarie.
•Datore di lavoro:
Può essere condannato a risarcire i familiari per:
- Danno patrimoniale (stipendio che la famiglia perde).
- Danno morale e da perdita parentale (sofferenza dei familiari).
•Eventuali assicurazioni private dell’azienda possono contribuire.
7. Tempi
•L’indennizzo INAIL arriva in tempi relativamente rapidi (qualche mese).
•Il processo penale e civile può durare anni, ma serve per accertare responsabilità personali e liquidare ulteriori risarcimenti.
In sintesi, in un caso come questo:
•L’INAIL indennizza subito i familiari.
•Il datore di lavoro e il preposto vengono indagati e, se condannati, devono pagare ulteriori risarcimenti.
•La Procura accerta se ci sono violazioni di sicurezza e procede penalmente.
Vediamo ora un esempio diverso ma altrettanto frequente, l’incidente con un macchinario industriale.
Incidente con una macchina industriale
1. L’incidente
Un operaio sta lavorando con una pressa meccanica per stampaggio metalli.
La macchina non ha protezioni adeguate: manca il riparo mobile che dovrebbe impedire l’accesso con le mani alla zona di pericolo.
Durante il lavoro, l’operaio resta schiacciato dalla pressa e muore.
2. Interventi immediati
•I colleghi chiamano il 118, ma all’arrivo il decesso è già avvenuto.
•Intervengono Polizia giudiziaria (Carabinieri o Polizia) e tecnici SPISAL (ASL).
•La Procura ordina il sequestro della pressa.
3. Accertamenti
•Lo SPISAL verifica se la macchina rispettava i requisiti minimi di sicurezza previsti dalla normativa europea (marcatura CE, protezioni, dispositivi di arresto).
•Vengono acquisiti documenti: manuali d’uso, registro di manutenzione, DVR aziendale, formazione ricevuta dall’operaio.
•La Procura apre un’indagine per omicidio colposo con violazione delle norme antinfortunistiche.
•Possibile perizia tecnica sulla macchina per verificare se era conforme e se i dispositivi di sicurezza erano stati rimossi o mai installati.
4. Responsabilità
•Datore di lavoro: responsabile perché ha messo a disposizione una macchina non sicura.
•RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione): può rispondere se non ha segnalato i rischi.
•Preposto/Caporeparto: responsabile se non ha vigilato sull’uso corretto della macchina.
•In alcuni casi, anche il costruttore o fornitore della macchina può essere coinvolto, se il macchinario era già difettoso o privo delle protezioni necessarie al momento della vendita.
5. Procedimenti
•Penale: datore di lavoro (e altri soggetti della catena gerarchica) imputati per omicidio colposo.
•Civile: i familiari dell’operaio agiscono per ottenere il risarcimento integrale dei danni.
•Amministrativo: sanzioni da parte dell’Ispettorato e dell’ASL per violazioni del Testo Unico Sicurezza (D.Lgs. 81/2008).
6. Risarcimenti
•INAIL:
- Eroga subito la rendita ai superstiti.
- Paga spese funerarie.
•Azienda e dirigenti responsabili:
- Possono essere condannati a risarcire i familiari per danno patrimoniale (reddito perso) e danno morale/esistenziale.
•Assicurazioni private aziendali: se presenti, possono coprire parte dei danni.
•Costruttore della macchina: se la responsabilità è anche sua, può essere chiamato in causa (azione civile diretta).
7. Tempi
•L’indennizzo INAIL arriva in tempi relativamente brevi.
•Le perizie tecniche sulla macchina possono allungare il processo penale (serve dimostrare che non era conforme).
•L’azione civile può durare anni ma porta spesso a risarcimenti molto più alti rispetto a quanto erogato dall’INAIL.
Abbiamo visto la procedura in generale, nel prossimo articolo del nostro blog analizzeremo l’azione di rivalsa esperita da Inail o Inps.