Farsi male a scuola, come ci si tutela e cosa succede
Quando si parla di scuola, la mente corre subito a libri, banchi, lezioni e compiti ma l’ambiente scolastico non è fatto solo di studio, è anche un luogo dove ogni giorno si svolgono attività motorie, laboratori, uscite didattiche e momenti di socialità.
Tutto questo, inevitabilmente, comporta dei rischi ed è qui che entrano in gioco le assicurazioni scolastiche, strumenti di tutela pensati per garantire sicurezza agli studenti e serenità alle famiglie.
Cosa sono le assicurazioni scolastiche.
Le assicurazioni scolastiche sono polizze stipulate dalla scuola o dalle famiglie per coprire studenti, docenti e personale in caso di infortuni o danni involontari provocati a terzi durante le attività scolastiche ed extrascolastiche organizzate dall’istituto.
La copertura può riguardare:
Infortuni: ad esempio una caduta in cortile, un incidente in palestra, una lesione durante un’uscita didattica.
Responsabilità civile (RC): per i danni che uno studente o un insegnante, anche senza colpa grave, può causare ad altre persone o a beni di terzi.
Tutela legale: copre le spese legali in caso di controversie legate a incidenti scolastici.
Assistenza sanitaria: in alcuni casi, prevede servizi di pronto intervento, trasporto in ospedale o consulenze mediche.
Obbligatorie o facoltative?
In Italia, l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è obbligatoria per legge e viene gestita dall’INAIL. Questa copertura, però, riguarda solo gli incidenti legati alle attività laboratoriali, ginniche ed esperienze pratiche.
Per tutto il resto – attività ricreative, uscite scolastiche, intervalli, incidenti tra studenti – le scuole stipulano polizze integrative con compagnie private.
Queste coperture non sono formalmente obbligatorie, ma nella pratica quasi tutte le scuole le richiedono alle famiglie, chiedendo un contributo annuale che va in media dai 5 ai 10 euro per studente.
Vediamo insieme perché sono importanti e quale sia il loro funzionamento.
Le assicurazioni scolastiche garantiscono:
Tutela economica per le famiglie, evitando che un infortunio banale diventi un problema costoso.
Serenità agli insegnanti, che spesso si trovano a gestire situazioni di responsabilità complesse.
Continuità didattica nelle attività extracurricolari, rendendo possibili gite, visite d’istruzione e progetti senza eccessivi timori legali o economici.
Un esempio pratico: uno studente si frattura un braccio durante una partita di pallavolo a scuola. L’INAIL non interviene (perché non si tratta di un’attività “a rischio professionale”), ma la polizza scolastica integrativa copre le spese mediche e può riconoscere un indennizzo per il danno subito.
Le famiglie, al momento dell’iscrizione, dovrebbero prestare attenzione ad alcuni aspetti:
Massimali di copertura: l’importo massimo rimborsabile in caso di incidente.
Franchigie: la parte di danno che resta a carico dell’assicurato.
Estensioni: copertura anche fuori dall’orario scolastico, durante lo sport extrascolastico o attività private.
Servizi accessori: come il rimborso per occhiali rotti, apparecchi ortodontici danneggiati o strumenti musicali.
L’assicurazione scolastica non è solo un adempimento burocratico, ma un mezzo concreto di protezione per studenti, famiglie e insegnanti.
È ciò che consente alla scuola di essere non solo luogo di apprendimento, ma anche spazio sicuro dove crescere, sperimentare e vivere esperienze senza il timore costante delle conseguenze di un imprevisto.
In un mondo dove la responsabilità civile è sempre più sentita, queste polizze sono un piccolo investimento che produce un grande ritorno: tranquillità e fiducia nell’ambiente scolastico.
Distinguiamo ora tra ciò che è obbligatorio per legge e ciò che è facoltativo ma di fatto adottato da quasi tutte le scuole.
1. Assicurazione obbligatoria INAIL
Per legge, le scuole statali (e paritarie che svolgono attività simili) sono tenute a garantire la copertura INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) per:
studenti che partecipano a attività pratiche, di laboratorio, di educazione fisica e tirocini;
personale scolastico (docenti e ATA) durante l’attività lavorativa.
Questa è un’assicurazione obbligatoria stabilita dal D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, lo stesso che regola l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
In pratica: se uno studente si fa male in palestra o in laboratorio, l’INAIL interviene.
2. Responsabilità civile verso terzi (RC)
Ogni scuola è anche tenuta ad avere una copertura di responsabilità civile verso terzi, che tutela l’istituto in caso di danni arrecati a persone o cose durante lo svolgimento delle attività scolastiche.
È la copertura che permette alla scuola di rispondere per i danni di cui può essere chiamata civilmente responsabile ai sensi dell’art. 2043 del Codice Civile (“chiunque cagiona ad altri un danno ingiusto è obbligato a risarcirlo”).
3. Coperture facoltative ma diffuse
Tutte le altre polizze (infortuni integrativi, tutela legale, danni a occhiali, coperture durante gite, ecc.) non sono obbligatorie per legge, ma le scuole le stipulano tramite gara o convenzione e chiedono un piccolo contributo alle famiglie.
Sono diventate così comuni che molti genitori le considerano “obbligatorie”, ma tecnicamente sono una scelta dell’istituto per estendere la tutela.
In sintesi
Obbligatorie per legge:
Copertura INAIL (infortuni su attività pratiche, ginniche, laboratori, tirocini).
Copertura RC verso terzi per la scuola come ente.
Facoltative ma quasi sempre presenti: polizze infortuni estese a tutte le attività scolastiche ed extrascolastiche, spesso con massimali più alti e garanzie accessorie.
Ora chiediamo ai nostri esperti quali assicurazioni, se ci siano, dovrebbe valutare un genitore.
Un genitore non ha l’obbligo diretto di stipulare un’assicurazione per il figlio a scuola: la tutela di base (INAIL + RC dell’istituto) è già garantita.
Però questa copertura è molto limitata e spesso non interviene in molti casi pratici. Per questo, nella realtà, quasi tutti i genitori si trovano davanti a due scenari:
1. L’assicurazione scolastica collettiva (la più comune)
Di solito la scuola stipula una polizza integrativa con una compagnia privata e chiede un piccolo contributo alle famiglie (5-10 euro l’anno).
Con questa, il figlio ha:
Copertura infortuni completa, anche per cadute durante intervallo, giochi, spostamenti interni, gite scolastiche;
Rimborso spese mediche per visite, gessi, riabilitazione;
Indennizzo per danni permanenti o invalidità;
Estensioni utili, come il rimborso per occhiali o apparecchi ortodontici rotti.
Questa è la prima forma di assicurazione che un genitore dovrebbe attivare: costa poco e copre molto.
2. Polizze personali integrative (facoltative)
Oltre alla copertura scolastica collettiva, un genitore può valutare:
Polizza infortuni privata per minori: copre il figlio 24 ore su 24, non solo a scuola ma anche nello sport, a casa o in vacanza. È utile se il ragazzo fa attività sportive intense o frequenta ambienti con rischio di incidenti.
Polizza di responsabilità civile del nucleo familiare (RC famiglia): copre i danni che un minore può causare a terzi anche al di fuori della scuola. Esempio: un bambino che rompe accidentalmente un computer di un compagno o provoca un danno in bicicletta.
Tutela legale: non è molto diffusa per i bambini, ma in certe famiglie viene valutata, perché copre le spese di avvocato in caso di contenziosi legati a danni o infortuni.
3. Perché conviene pensare a una copertura aggiuntiva
L’INAIL interviene solo in casi molto specifici (laboratori, palestra, tirocini). La polizza collettiva scolastica amplia la copertura, ma resta legata all’ambito scolastico. Con una polizza privata (infortuni 24h o RC famiglia) i genitori garantiscono protezione anche nella vita quotidiana, che è statisticamente molto più rischiosa di una giornata di scuola.
In sintesi:
Indispensabile: aderire all’assicurazione scolastica collettiva proposta dall’istituto.
Fortemente consigliata: RC del nucleo familiare (spesso inclusa in una polizza casa, quindi da verificare).
Opzionale ma utile: polizza infortuni 24h per il figlio, se si vogliono massimali più alti e copertura fuori dall’orario scolastico.
Da ultimo analizziamo cosa succede quando un alunno si fa male, quali procedure vanno seguite e come si chiede il risarcimento
Dietro l’apparente semplicità di “un bambino si fa male a scuola” c’è una procedura ben precisa che coinvolge scuola, genitori e assicurazioni. Ti spiego passo passo cosa succede.
1. L’infortunio a scuola
Un alunno può farsi male in diversi contesti: durante la lezione, in palestra, in laboratorio, all’intervallo, durante una gita. Appena accade:
Il personale scolastico interviene prestando il primo soccorso e, se necessario, chiamando il 118.
L’insegnante o chi era presente compila il registro degli incidenti (obbligatorio per legge).
Viene informata immediatamente la famiglia.
2. La denuncia di infortunio
La scuola deve distinguere tra i casi coperti da INAIL e quelli coperti da polizza privata scolastica.
Se l’infortunio rientra nelle attività “INAIL” (laboratorio, educazione fisica, tirocini):
la scuola redige un rapporto dettagliato (con dinamica, testimoni, orario) e lo invia all’INAIL entro 2 giorni dall’evento;
allega certificato medico che attesti l’infortunio.
Se l’infortunio non è INAIL (es. caduta nel corridoio, incidente in gita):
la scuola segnala l’accaduto alla compagnia assicurativa privata con cui ha la convenzione;
anche qui serve certificato medico che confermi lesione e prognosi.
3. Cosa devono fare i genitori
I genitori devono:
Portare subito il bambino al pronto soccorso o dal medico, per ottenere un certificato medico con diagnosi e prognosi (giorni di inabilità).
Consegnare alla scuola copia del certificato, così che l’istituto possa inoltrarlo a INAIL o all’assicurazione privata.
Se previsto dalla polizza, compilare il modulo di denuncia fornito dall’assicurazione (spesso la scuola aiuta).
Conservare tutte le fatture e ricevute delle spese mediche (radiografie, fisioterapia, visite specialistiche, trasporto in ambulanza).
4. L’iter di risarcimento
Con INAIL:
l’istituto invia denuncia, certificato e successive integrazioni (ad esempio certificati di guarigione).
L’INAIL valuta se l’infortunio è indennizzabile. Se sì, riconosce prestazioni sanitarie gratuite e, in caso di invalidità permanente, un indennizzo economico.
Con assicurazione privata scolastica:
la compagnia apre la pratica, chiede documentazione (certificati, referti, spese sostenute).
Al termine delle cure, i genitori presentano il certificato di guarigione o di chiusura.
La compagnia liquida l’indennizzo: può trattarsi di rimborso spese mediche, indennizzo per fratture/denti, o somma per invalidità permanente se ci sono postumi.
5. Tempi
Per l’INAIL i tempi sono più rigidi e burocratici, ma l’apertura della pratica è immediata.
Per l’assicurazione privata i tempi variano: da poche settimane fino a qualche mese, a seconda della completezza dei documenti.
Esempio pratico
Un alunno si rompe un braccio durante l’intervallo:
Non è INAIL → pratica con l’assicurazione privata.
I genitori portano il certificato medico alla scuola.
L’assicurazione rimborsa spese mediche e può dare un piccolo indennizzo per la frattura (es. 300 € previsti dal contratto).
Un alunno si ustiona in laboratorio di chimica:
È INAIL → la scuola compila la denuncia e la invia.
L’INAIL copre cure mediche, farmaci e in caso di danni permanenti paga un indennizzo.